Il firewall che viene installato nel sistema operativo da proteggere, in genere controlla, modifica e monitora tutti i software che cercano di entrare in internet dal computer stesso nel quale è installato. Tuttavia è chi utilizza il computer che può decidere e impostare delle clausule che regolarizzano le negazioni o concessioni di entrata in rete da parte degli stessi programmi.
Mentre con l’ antivirus l’aggiornamento è di vitale importanza, con il firewall perde di significato, in quanto quest’ultimo non deve conoscere nuovi codici per riconoscere il virus ma deve solo fungere da “parete refrattaria”, quale è appunto il significato letterale inglese del suo nome.
Sono invece le regole che imposta l’utente che hanno maggiore importanza perché sono queste che poi vanno a incidere sulla sicurezza generale del PC.
Ciononostante ci si affida al “sistema filtraggio”, ovvero la procedura di filtrare in base a specifici parametri, non informatici ma “umani”, le entrate e le uscite: quindi atti a proteggere i bambini da siti non adatti ai minori oppure da siti non inerenti per il lavoro, come per esempio i social network che da un recente sondaggio, hanno provocato disastri non indifferenti in ufficio, a causa di distrazioni o rallentamenti di pratiche. Le aziende, in questo caso per esempio, tramite firewall possono “bloccare” gli accessi ai vari Facebook e Twitter per la disperazione dei dipendenti. Ha un aspetto più di censura invece se non da vero regime totalitario, il provvedimento di una nazione intera, nell’attuare un filtraggio di siti cosiddetti “fuorvianti” in base a criteri politici o religiosi, per non parlare di quando si effettuano dei veri e propri controlli sulle informazioni che confluiscono sia in entrata che in uscita di un intero paese.